mercoledì 18 febbraio 2009

La pirateria non è un problema

Molto interessante l'articolo firmato da Leonardo Maccari su PI riguardo il presunto danno della pirateria all'industria musicale in particolare e dell'intrattenimento in generale.
Andando a leggere i dati riportati nella ricerca "L'industria della comunicazione in Italia" si nota che nel complesso i ricavi sono sempre aumentati negli ultimi anni (quasi raddoppiati fra 96 e 2006). Nonostante il download illegale.

Ci sono però luci e ombre. Se i videogiochi sono diventati una parte importante e i mobile content sono esplosi, la musica è leggermente calata.
In pratica i nuovi media hanno sottratto quote ai dischi.
Per quanto rigurda i video, cinema e homevideo mantengono le posizioni mentre la pay tv è il nuovo protagonista (ricordo che tutti i dati si riferiscono all'Italia).

Quindi nonostante le continue denunce di pirateria da parte delle major o il fatto che l'Italia sia il paese con più pirati, l'industria del divertimento guadagna sempre più. Se consideriamo il cinema, non si capiscono proprio uscite come quella di Luc Besson, che accusa host, provider, Google e inserzionisti di lucrare sulla pirateria: quanto guadagnano in più dalle pay tv che prima non esistevano?

Riguardo al danno causato da chi scarica illegalmente, in questa intervista Giandomenico Celata (docente della Sapienza) afferma che solo nel 20% dei casi il downloading illegale provoca un mancato acquisto; che la maggior parte dell'illegalità è in aree dove il mercato legale non arriva (Cina per esempio); che la vendita di DVD agli angoli delle strade è molto diffusa; che vengono rubati i master dei film prima ancora dell’uscita nelle sale.
E, come già scritto sul blog, la pirateria online per una parte sottrae acquirenti ma, dall’altro, ha un effetto promozionale.


PS: questo blog non è schierato dalla parte dei pirati, ma vuole promuovere la musica e invita ad acquistare quella che più vi piace - elettronica spero ;)

1 commento:

Diego Favareto ha detto...

Un conto è il discorso del download senza scopo di lucro, un conto sono le copie illegali rivendute e peggio ancora i master che escono dagli studi che sono una vera violazione del "segreto industriale". Nel primo caso secondo me bisogna aggredire il mercato con la vendita online rilasciando una sorta di certificato che attesti l'acquisto legale della musica. Negli altri casi basta applicare le norme sulla pirateria e sul "segreto industriale".
Finchè non si mettono attorno a un tavolo a discutere, anzichè sbraitare, non risolveranno mai niente di niente!